Il grande, l’immenso Carlo Verdone. Fa il suo ingresso al suon di queste parole nella sala del bookstore del Palazzo delle Esposizioni l’attore romano, facendosi strada tra i tantissimi che sono accorsi per sentirlo parlare di se e del nuovo dal titolo Carlo Verdone scritto dal grande critico cinematografico Gian Luigi Rondi ed edito purtroppo, postumo,da Edizioni Sabinae all’interno della collana “Visto dal Critico”.
Un sacco bello, Borotalco, compagni di scuola (che confessa Verdone oggi sbancherebbe il box-office). Una raccolta di tutte le recensioni scritte da Rondi sui suoi più grandi successi ed un’intervista mai pubblicata prima dove Carlo si racconta a cuore aperto, tra sogni emozioni e grandi miti.
Nelle due ore che passa con il pubblico, tra chi con i suoi film ci è cresciuto e ragazzi più giovani che però devono comunque fare appello a lui per una vera e sana risata, Verdone non si cela, davanti a noi non c’è l’attore, ma il carlo di Monteverde Vecchio. Non cerca neanche di mascherare un velo di tristezza che lo accompagna sin dal suo ingresso e che si mostra quando con un filo di malinconia nella voce ci dice che “viviamo in un momento dove tutti sono collegati ma divisi, e le persone sono molto sole, isolate. Si è persa un po’ della magia che c’era e che ho cercato di riversato nei miei film”. Forse per sopperire tutto questo, il suo prossimo film sarà corale.
Verdone ci confessa di aver finalmente capito cosa lo rende felice ogni giorno: un sorriso spontaneo del prossimo. E la sala non può che rispondere con un sorriso, eco di quelle centinaia di migliaia di milioni di risate che accompagneranno sempre i suoi film.