Secondo una stima prodotta dalla Fabi, in Umbria ben quarantremila persone vivrebbero in località sprovviste di sportelli bancari, in pratica il 5% della popolazione. Numeri del genere testimoniano come anche tra le province di Perugia e di Terni sia in atto una desertificazione bancaria tanto preoccupante quanto progressiva.
Sempre secondo la Fabi, il maggiore sindacato di categoria, il trend umbro sarebbe tutto sommato in linea con quello del Centro Italia. Tuttavia, nel cuore verde d’Italia la situazione appare decisamente grave considerando l’elevata età media della popolazione e le limitate possibilità di accesso ai servizi informatici a banda larga.
Se nei grandi centri della Regione permane ancora un numero discreto di punti a cui rivolgersi, la desertificazione bancaria appare un problema notevole per i borghi, specialmente per quelli situati nelle cosidette aree rurali. Di recente località come Alviano, Montecchio e Arrone hanno perso le loro filiali bancarie, mettendo in difficoltà soprattutto gli imprenditori e i liberi professionisti.
Ad oggi ben ventisei comuni umbri non dispongono di banche, e per il 2024 si prevedono ulteriori chiusure a macchia d’olio. A Foligno, ad esempio, si dovrebbe passare da quindici a dieci sportelli attivi.
Con meno banche sul territorio, c’è il rischio concreto che tante imprese e tante famiglie umbre finiscano nel mirino della criminalità organizzata. Tutto ciò, ovviamente, va evitato ad ogni costo per scongiurare pesanti conseguenze.