Diagnosi e cura dell’endometriosi: in Senato il punto sul ddl 630

Tanti gli interventi presso la Sala Caduti di Nassirya: il senatore Andrea De Priamo primo firmatario del disegno di legge

Più di tre milioni di casi all’anno solo in Italia, tante limitazioni a chi ne soffre, scarsa conoscenza delle sue caratteristiche generali: anche se non se parla a dovere, l’endometriosi risulta essere una delle problematiche più gravi a livello ginecologico. Proprio di endometriosi si è discusso a lungo in Senato, all’interno della Sala Caduti di Nassirya.

L’incontro moderato da Massimo Catalucci, presidente del Gruppo sociale Difesa Valori e Diritti 4.0, è servito per fare il punto sul disegno di legge 630 relativo alle disposizioni per la diagnosi e la cura di una patologia ancora oggi difficile da diagnosticare. Il ddl in questione è stato presentato pochi mesi fa, con primo firmatario il senatore di Fratelli d’Italia, Andrea De Priamo.

Tanti gli interventi che si sono susseguiti nel corso dell’evento: in sala, tra gli altri, i senatori Costanzo Della Porta, Lavinia Mennuni, Alberto Balboni, Paola Mancini, Susanna Campione, Elena Leonardi, Giovanni Satta, Roberto Menia, Ernesto Rapani e Sergio Rastrelli. Presente anche Franco Zaffini, presidente della X Commissione permanente Affari sociali e Sanità del Senato, pronto a confermare come l’endometriosi debba essere diversamente trattata e considerata dal punto di vista sanitario.

Una malattia cronica, per la quale non esiste una cura specifica, molto più invalidante di quanto si possa pensare. A questo punto, la speranza è che a breve chi soffre di endometriosi possa ricevere un’assistenza adeguata e costante.

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