“Donne, lavoro e sport in Italia”: al Coni la presentazione del Rapporto del Censis

Importanti e significativi i dati inclusi nella particolare ricerca: sempre di più, soprattutto al Nord, le donne che si lanciano nell'agonismo

Sempre più donne coinvolte nello sport: questo uno dei dati maggiormente significativi inclusi nel Rapporto del Censis intitolato “Donne, lavoro e sport in Italia. Per la crescita dei territori e del Paese”. Lo studio in questione è stato presentato a Roma, all’interno del Salone d’Onore del Coni.

Dal dossier si apprende come, nel nostro Paese, sia in crescita il fenomeno che vede le donne pronte a lanciarsi nell’agonismo. Dei quasi venti milioni di italiani che svolgono sport in modo saltuario o continuativo, circa otto sarebbero donne, in pratica il 43,3% del totale degli sportivi.

Senza donne attive a livello lavorativo e sportivo, lo Stivale sembra essere destinato a una crescita rallentata, o comunque irregolare: questo un altro aspetto confermato dal Rapporto e su cui varrebbe la pena riflettere. In tal senso, aumentare il numero delle sportive praticanti non appare solo un tema di giustizia sociale e di pari opportunità, bensì una vera e propria questione di sviluppo e di interesse nazionale.

Tanti i numeri interessanti riportati nel documento del Censis: ad oggi, in Italia, il 29,2% delle donne con più di tre anni praticherebbe almeno uno sport, e di queste il 21,8% lo farebbe in maniera continuativa. Se circa dodici milioni di donne risultano inattive a livello atletico, cioè il 40,6% del totale, il Rapporto dimostra come una donna che fa sport risulta meglio inserita nella società perché più dinamica a livello professionale nonché dedita ad interessarsi all’offerta culturale dell’area del Paese in cui vive.

Durante il convegno tenutosi al Coni, c’è stato anche modo di illustrare ai presenti il progetto “Fight like a girl”, firmato dalla Fondazione Lottomatica e Fijlkam, la Federazione italiana Judo Lotta Karate Arti marziali. Con “Fight like a girl” si punta sostanzialmente a favorire la diffusione della pratica sportiva al femminile in alcune delle zone più svantaggiate del Paese, in particolar modo in quelle del Sud Italia, perché soprattutto in Calabria, in Sicilia e in Campania, la percentuale di praticanti è molto inferiore rispetto alle regioni del Nord Est e del Nord Ovest.

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