Mobilità, il punto sugli abbonamenti al Tpl per gli studenti di Perugia

Finora poco più di dodicimila ragazzi hanno sfruttato il servizio: presto una nuova seduta del tavolo interistituzionale per decidere

Risultati non proprio esaltanti che, si spera, possano migliorare con il passare dei mesi. Enrico Melasecche, assessore regionale ai Trasporti e alle Infrastrutture, ha fatto il punto della situazione riguardo gli abbonamenti gratuiti al Tpl umbro per i ragazzi dell’Università degli Studi di Perugia.

Un servizio vantaggioso per gli iscritti all’Ateneo, mesi fa esteso anche a quelli dell’Università per Stranieri. Nonostante gli sforzi importanti fatti da Palazzo Donini, la risposta non sarebbe stata delle migliori.

Dati alla mano, finora l’abbonamento sarebbe stato sottoscritto da poco più di dodicimila studenti, pronti a utilizzare il Bonus Trasporti del Governo usufruendo del voucher di sessanta euro poi ceduto al gestore così da ottenere l’agevolazione. Un’idea vincente secondo Melasecche, purtroppo non sfruttata appieno dai giovani.

Fin dall’inizio, la Regione avrebbe lavorato nell’ottica di far pagare tutti o quasi per pagare poco o nulla. Nemmeno in una città come Firenze ci sarebbe un meccanismo simile tanto virtuoso: nel Capoluogo toscano l’Università aggiunge infatti la somma per ottenere l’abbonamento alle tasse da pagare al momento dell’iscrizione, e solo coloro che manifestano la volontà di non aderire non versano il relativo costo.

Per Melasecche bisognerebbe approfittare di un’opportunità simile, pensata anche per limitare gli spostamenti con i mezzi privati. Arrivando a diciannovemila abbonamenti, vale a dire il 67% circa delle sottoscrizioni, non ci sarebbe un esborso eccessivo per gli enti partecipanti. Inoltre, superata tale percentuale, sarebbe possibile registrare un maggiore risparmio per le casse pubbliche.

A febbraio dovrebbe essere convocata una nuova seduta del tavolo interistituzionale per decidere come procedere nell’immediato futuro. Per come sono andate le cose finora, si potrebbe pensare di sposare proprio la politica adottata dall’Università di Firenze, con una procedura avviata al momento dell’iscrizione.

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