Un 2023 che si prospetta complicato e pieno di insidie. Non è cominciato bene il nuovo anno per gli allevatori umbri, costretti a fare i conti con perdite importanti a causa dei rincari sempre più elevati per ciò che concerne mangimi, carburanti, energia e costi di produzione.
Per Matteo Bartolini, presidente regionale della Cia Agricoltori italiani, c’è il rischio concreto che in Umbria numerose attività finiscano per cessare. D’altronde, tra le province di Perugia e di Terni, diversi allevatori starebbero faticando a sostenere le spese di routine.
Insomma, almeno in Umbria la crisi nel settore della zootecnica appare piuttosto evidente. In questo momento, per Bartolini sarebbe molto danneggiato il mercato delle carni di pregio: quello della Chianina, ad esempio, starebbe facendo i conti con gli aumenti dei costi di materie prime e dei servizi, nonché con le condizioni metereologiche sfavorevoli.
La siccità degli ultimi mesi avrebbe limitato i pascoli dei capi di bestiame, rendendo quindi necessario l’approvvigionamento dei foraggi, in questo momento molto costosi. Come se non bastasse, ecco pure una contrazione del mercato tale da comportare la riduzione della domanda anche in merito all’esportazione.
Poco esaltante pure la fase attraversata attualmente dalle aziende del comparto latte. A preoccupare, in questo senso, la richiesta avanzata da un noto marchio agli allevatori umbri, chiamati ad aumentare il capitale sociale di due milioni di euro mediante il versamento dei soci in misura di un centesimo per ogni litro di latte prodotto nel 2023 per i prossimi quattro anni.
Viste le difficoltà del periodo, il presidente Bartolini si auspica l’apertura di un tavolo di lavoro finalizzato ad un piano zootecnico. Le tante problematiche che affliggono il settore meriterebbero interventi tempestivi.
