Rapporti affettivi dei detenuti: il parere del Garante dell’Umbria

Giuseppe Caforio pronto a esprimersi sul tema: tempi maturi per impugnare la normativa

Rapporti affettivi da intendere come diritti inviolabili dell’uomo e, perciò, da rendere possibili. Questo il parere di Giuseppe Caforio, giurista e garante della Regione Umbria per le persone sottoposte a misure restrittive, in merito al bisogno di rapporti sessuali per chi si trova in carcere.

L’argomento è tornato d’attualità dopo la decisione del magistrato di sorveglianza di Spoleto di inviare alla Corte costituzionale la richiesta di un detenuto per valutare la legittimità della norma che ne prevede il divieto. Per Caforio sarebbero tante, in Italia, le persone pronte a chiedere di avere rapporti con il proprio compagno o la propria compagna: una questione annosa e già affrontata parecchie volte in passato.

Poiché l’Italia risulta essere tra i pochi paesi europei ad applicare il divieto, secondo il giurista sarebbe arrivato il momento di impugnare la normativa. Tra le province di Perugia e di Terni la popolazione carceraria avrebbe un’età media abbastanza bassa, essendo composta da diversi giovani con età compresa tra i venti e i quarant’anni: in tanti avrebbero delle aspettative sessuali che, quando non soddisfatte, possono generare episodi di violenza.

Insomma, per Caforio i tempi sarebbero maturi per affrontare concretamente un aspetto simile. Auspicabile, in tal senso, una legge organica e meditata, con la creazione di spazi appositi.

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