Sanità, in Umbria un numero troppo basso di medici

Allarme lanciato da Cimo-Fesmed, il sindacato dei medici dirigenti: tanta la richiesta di primari, troppi i camici bianchi ancora precari

Quasi trecento medici mancanti in Umbria. Un numero abbastanza negativo, ulteriore testimonianza delle tante criticità del sistema sanitario regionale, riportato da Cimo-Fesmed, il sindacato dei medici dirigenti.

A quanto pare, tra le province di Perugia e di Terni mancherebbero circa settanta primari. E non è finita qui: dei quasi novecentottanta camici bianchi reclutati durante la pandemia, circa ottocentosettanta sarebbero precari.

Preso atto di ciò, i consiglieri dem dell’Umbria avrebbero chiesto all’assessore alla Sanità, Luca Coletto, di trovare una soluzione per procedere con le assunzioni. Coletto, dal canto suo, avrebbe confermato come sia stato recepito l’accordo finalizzato alla valorizzazione del personale, applicabile nei limiti di spesa previsti per il personale di ciascuna azienda.

Gli interessati alla procedura di assunzione dovrebbero essere circa centonovanta nelle Usl e centodiciassette nelle aziende ospedaliere. A proposito del presunto stop alle stabilizzazioni, per lo stesso Coletto si tratterebbe di un blocco provvisorio, non definitivo.

Sempre a livello sanitario, il civico Andrea Fora avrebbe rimarcato la necessità di introdurre la figura dell’oss specializzato, in grado di poter gestire anche autonomamente diverse patologie croniche. Riguardo tale aspetto, Coletto avrebbe confermato di voler portare la proposta in Consiglio.

Da ricordare, tuttavia, come la classificazione delle professioni sanitarie del Ministero includa gli oss ma non gli operatori socio sanitari specializzati. Ovviamente ci si auspica un cambiamento, visto l’aumento progressivo di anziani e di disabili.

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