Apertura della caccia in Umbria: dalla Regione no alla sospensione

Immediata la decisione di costituirsi in giudizio per chiedere la revoca del decreto: per il dem Michele Bettarelli gravi responsabilità di Palazzo Donini

Nessuno slittamento per partire in maniera regolare: questo il monito della Regione, che non ha condiviso la scelta del Tar dell’Umbria di sospendere fino al 4 ottobre la caccia di alcune specie animali del territorio, che sarebbe iniziata domenica 18 settembre, quindi in contemporanea con l’apertura della stagione venatoria. Immediata la decisione di costituirsi in giudizio chiedendo la revoca del decreto e presentando istanza di anticipazione dell’udienza in camera di Consiglio.

Come era facile immaginare, non si sono fatte attendere le reazioni della politica regionale in merito all’ultima decisione del Tribunale, pronto ad accogliere positivamente un ricorso ad hoc presentato in passato da sei associazioni ambientaliste. Molto critico nei confronti della giunta Tesei il consigliere dem Michele Bettarelli, vice presidente dell’Assemblea legislativa.

Secondo lo stesso Bettarelli, le responsabilità legate al rinvio in Umbria della prossima stagione venatoria sarebbero da attribuire proprio a Palazzo Donini. Un errore, a suo avviso, non approvare il calendario entro il 15 giugno del 2022, licenziandolo invece in data 5 agosto: a causa di questa presunta mossa sbagliata dell’assessore Roberto Morroni, tanti cacciatori umbri dovranno rimettere mano all’agenda.

Anche il consigliere regionale leghista Valerio Mancini ha espresso le proprie valutazioni riguardo quanto accaduto negli ultimi giorni. Oltre a esortare la Regione a ottenere al più presto una soluzione capace di soddisfare i cacciatori, Mancini ha chiesto maggiore considerazione per queste figure, pronte ogni anno a versare circa quattro milioni e mezzo di tasse di concessione governative.

Quello della caccia, si sa, resta sempre un tema che tende a dividere, se non altro perché da tempo sono in molti a chiederne l’abolizione. Per il consigliere, i cacciatori non praticano uno sport, bensì un’attività in parte utile alla salvaguardia delle colture agricole nonché alla sicurezza pubblica.

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