Caccia in Umbria: il Tar chiede uno stop per molte specie

Depositato il decreto cautelare che rimarrà in vigore fino al 4 ottobre: accolto il ricorso promosso da sei associazioni ambientaliste

Stop alla caccia di diverse specie fino al prossimo 4 ottobre: questa la decisione del Tar dell’Umbria, pronto a depositare un decreto cautelare apposito in seguito al ricorso promosso da ben sei associazioni ambientaliste, tra cui Lipu e Legambiente. Per quanto la stagione venatoria sia in procinto di entrare nel vivo, i cacciatori del territorio dovranno tenere conto di particolari limitazioni.

Sono diversi gli animali tutelati dal decreto, quasi tutti volatili: dalla quaglia alla beccaccia, fino ad arrivare al germano reale, al fagiano, alla starna e alla gallinella d’acqua. La richiesta di sospensiva sarebbe legata al pericolo concreto di arrecare danni irreversibili al patrimonio faunistico, sia pure limitatamente alle specie considerate.

Insomma, la breve tregua stabilita dovrebbe consentire, almeno per un periodo di tempo limitato, di contenere un fenomeno abbastanza delicato, vale a dire l’alterazione degli ecosistemi nel territorio umbro. L’approvazione del calendario venatorio di quest’anno era avvenuta lo scorso 5 agosto, e per il momento quelle persone che fanno della caccia il proprio lavoro dovranno riorganizzarsi.

Diverse le associazioni venatorie perplesse rispetto all’ultima decisione del Tar. Per Arcicaccia Umbria, ad esempio, uno stop simile rappresenterebbe una brutta tegola sulla testa dei cacciatori: determinanti, a quanto pare, certe spinte politiche e associative.

Emanuele Bennati, presidente dell’associazione, ha dichiarato: «Ancora una volta viene negata la certezza del diritto. Il populismo di questi ultimi anni ha fatto perdere di vista gli obiettivi». Il clima non è dunque dei migliori e di certo si parlerà ancora a lungo del tema in questione.

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