Una fumata grigia, per usare un eufemismo. Non si è concluso nel migliore dei modi l’ultimo incontro tra Regione e organizzazioni sindacali in merito al trasporto pubblico locale: di certo non è stato trovato un accordo rispetto a un tema piuttosto complesso.
Come spiegato attraverso una nota diffusa da Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uiltrasporti e Faisa Cisal, i sindacati si sono seduti al tavolo per spiegare le ragioni dello sciopero legato ai possibili tagli di circa due milioni e ottocentomila euro. Tuttavia, a rendere più ostico il clima sarebbe stato il parere di Palazzo Donini sulla gara del Tpl: secondo i sindacati stessi, il possibile passaggio da uno a quattro lotti andrebbe a generare un innalzamento automatico dei costi.
Insomma, lo scontro si è di fatto allargato, con la Regione pronta a spiegare come la volontà di arrivare a quattro lotti non rappresenti un ritorno al passato e come non sia del tutto corretto parlare di un aumento delle spese. A tal proposito, l’assessore regionale Enrico Melasecche ha dichiarato: «L’opzione a cui l’amministrazione sta lavorando riduce i costi complessivi di tredici milioni di euro, di cui dieci a favore della Regione e tre degli enti locali che finanziano i servizi aggiuntivi».
Per Melasecche si manterrebbe lo stesso livello delle percorrenze attuali, senza quindi ridurre i chilometri da mettere a gara. Il lotto unico, al contrario, corrisponderebbe al massimo dei costi possibili per la Regione, ipotesi da scongiurare tenendo conto della situazione disastrosa in cui versava da anni il settore, pieno di debiti.
I sindacati, a quanto pare, continuano a tenere una linea diversa riguardo questo aspetto. Al di là di tutto, non si avverte un clima collaborativo tra le due parti. Eppure il tempo stringe: se la gara per il Tpl non verrà indetta entro il prossimo 31 dicembre potrebbe scattare una penale abbastanza salata.
