Un’ipotesi che non convince. L’Unione dei Comuni delle Terre dell’Olio e del Sagrantino dell’Umbria si è detta contraria rispetto all’eventualità di far giungere al Trasimeno parte dell’acqua raccolta presso la diga sul Chiascio, a Valfabbrica.
Nonostante il grande caldo di queste settimane e le scarse precipitazioni registrate negli ultimi mesi, una soluzione del genere appare poco congeniale. L’ente presieduto da Bernardino Sperandio, sindaco di Trevi, ha inviato una lettera alla Regione così come all’Auri e al Consorzio della bonificazione umbra, chiedendo un incontro urgente per fare il punto sul progetto in questione.
Lo stesso Sperandio ha fatto notare come, in principio, l’idea fosse quella di portare l’acqua a scopo irriguo nella Valle umbra sud, quindi in prossimità di Comuni quali Bevagna e Spoleto (per questa ragione sarebbero stati realizzati degli invasi per l’accumulo dell’acqua). Di recente sarebbero stati stanziati anche dei fondi per realizzare delle vasche di accumulo a Montefalco per l’irrigazione dei vigneti.
Tuttavia, esisterebbe una condotta dell’acqua proveniente dalla diga di Valfabbrica di fatto incompiuta, poiché rimasta ferma ai confini di Bevagna e Cannara. Per completare l’opera sarebbe stato redatto un progetto esecutivo, ad oggi cantierabile, per un importo di circa trentadue milioni di euro da finanziare con i fondi del Pnrr.
Come osservato sempre da Sperandio, attualmente non ci sarebbe però nemmeno un fonte di finanziamento, mentre sarebbero stati destinati molti soldi proprio per il progetto che da Valfabbrica porterebbe acqua nel territorio del Trasimeno, che già si avvale di quella proveniente da Montedoglio. Insomma, per l’Unione dei Comuni l’acqua del Chiascio dovrebbe arrivare nella Valle umbra sud anziché nei pressi del grande lago della Regione.
