Barbara Corvi, la famiglia non si arrende a tredici anni dalla scomparsa

La donna di Amelia ricordata durante un incontro organizzato a Terni: dalla sorella Monica il ringraziamento verso tutte le associazioni ancora interessate alla vicenda

«Non ci arrendiamo e cerchiamo ancora la verità», così Monica Corvi, sorella di Barbara, scomparsa nell’ottobre del 2009 e di cui, negli ultimi tredici anni, non si è più saputo nulla. Della donna si è parlato a lungo nel corso di un’iniziativa organizzata a Terni alla vigilia dell’8 marzo.

«Purtroppo le vicissitudini sono state lunghe e dolorose», ha dichiarato durante l’evento Monica. Che ha poi aggiunto: «Siamo ancora qui e aspettiamo che, prima o poi, arrivi la verità». Doverosi i ringraziamenti verso tutte le associazioni ancora oggi intenzionate a supportare la battaglia della famiglia per conoscere i motivi della reale sparizione della cittadina di Amelia.

A prendere la parola, tra gli altri, anche Barbara Silvestrini del Coordinamento donne della Cgil di Terni, che ha dichiarato: «Una vicenda che si lega al comportamento e al corpo delle donne e che ha avuto tantissimi ostacoli nella ricerca della verità. Sono stati fatti grossi passi in avanti, ma poi ci siamo rifermati nuovamente».

Circa un anno fa era stato arrestato Roberto Lo Giudice, marito di Barbara accusato di omicidio volontario. Tuttavia, dopo appena venti giorni l’uomo è stato scarcerato dal tribunale del Riesame di Perugia vista l’assenza, a detta dei giudici, di un grave quadro indiziario a carico dell’uomo (la conferma è arrivata dalla Cassazione).

«Non accettiamo che l’attività investigativa venga fermata perché ci sono elementi per pensare che possa essere riaperta», ha sottolineato, sempre durante l’incontro, Raffaella Chiaranti di Libera Terni. Importante ricordare come nel 2021 anche il nome di Barbara sia stato inserito nell’elenco delle vittime innocenti della mafia.

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