Lavoro, nella provincia di Terni non decolla l’occupazione

Diffusi gli ultimi dati elaborati dal Centro studi della Cgil: il segretario generale, Claudio Cipolla, chiede un cambio di marcia

Alla crescita del Pil dello scorso anno in Umbria non corrisponde, in modo lineare, un aumento dell’occupazione, dove permane invece la precarietà. A delineare un quadro simile il segretario generale della Cgil di Terni, Claudio Cipolla, perplesso in virtù degli ultimi dati elaborati dal Centro studi del sindacato.

Soffermandosi sui numeri, tra i nuovi rapporti di lavoro attivati tra gennaio e settembre dello scorso anno nella Regione, solo il 13,1% sarebbe stato a tempo indeterminato: nella provincia di Terni, in alcuni settori si sarebbe addirittura sfiorato il 10%, cioè un solo rapporto stabile ogni dieci attivati.

A fronte del rimbalzo economico del 2021, non si sarebbe registrato un incremento altrettanto marcato dell’occupazione. Rilevante poi il dato collegato al reddito di emergenza, le cui domande sarebbero quasi raddoppiate, passando sempre, nella provincia ternana, dalle quasi duemila del 2020 alle tremilatrecento del 2021.

Insomma, dovendo tirare le somme lo scenario appare piuttosto desolante: secondo Cipolla bisognerebbe accelerare su alcune scelte. Nel 2022 bisognerà ad esempio utilizzare le tante risorse messe a disposizione, non soltanto quelle garantite dal Pnrr.

«Serve lavoro sicuro e stabile, che dia certezze ai lavoratori stessi», ha sottolineato il Segretario generale. Infine si attende un cambio di direzione netto per questioni quali sanità e modello di sviluppo.

Categorie
News

Articoli consigliati