Consumo di suolo, in Umbria trend in aumento

Diffusi i dati inclusi nell'ultimo Rapporto prodotto dal Sistema nazionale per la protezione dell'ambiente: il cuore verde d'Italia sempre più urbanizzato

Un territorio sempre più urbanizzato, con un calo evidente degli spazi verdi. Questo, in sintesi, ciò che emerge dall’ultimo Rapporto sul consumo di suolo prodotto dal Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente insieme all’Ispra e all’Arpa regionale.

Numeri alla mano, il suolo umbro, la cui grandezza è pari a circa ottocentoquarantacinquemila ettari, sarebbe utilizzato per circa trentamila a livello urbano, mentre la superficie agricola si assesterebbe sui trecentottantamila. Tra le città umbre ad aver consumato più suolo negli ultimi tempi, in cima alla lista ci sarebbe Orvieto, seguita da Todi, Terni, Spoleto e Perugia.

Se in Umbria la tendenza a sacrificare gli spazi verdi per edificare sarebbe in crescita, a livello nazionale le cose vanno pure peggio: stando ai dati più recenti, in Italia crescerebbe addirittura più il cemento che la popolazione. Ad oggi, incrementi significativi si registrerebbero in Regioni come Lombardia, Veneto e Puglia. Ben più virtuosa, invece, la Valle d’Aosta, dove per quanto in aumento il consumo di suolo sarebbe comunque molto più contenuto rispetto alla media generale.

Per l’architetto Stefano Gatti, l’espansione urbana degli ultimi decenni avrebbe creato sistemi pseudo urbani privi delle caratteristiche che sono proprie di un tessuto inteso come luogo degli scambi socioeconomici e dell’abitare. In sostanza, sarebbe venuto a mancare l’inserimento di quei meccanismi di riqualificazione, mirati al benessere collettivo degli abitanti presenti, ravvisabili nei vari centri umbri sino alla metà del secolo scorso.

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