Istruzione, polemiche per l’imminente ritorno in classe degli alunni

Grande incertezza nel mondo della scuola in vista della ripresa delle lezioni: più di mille presidi pronti a chiedere l'avvio della didattica a distanza

Uno scenario abbastanza allarmante. Con il progressivo aumento dei casi di positività al Covid, tutto il settore dell’istruzione vive un momento di grande incertezza, poiché non è ancora ben chiaro come si gestirà la ripresa delle lezioni in aula.

Centinaia di migliaia di studenti delle superiori e delle medie, non vaccinati, rischierebbero di restare a casa qualora nella propria classe risultassero positivi almeno due compagni. Per quanto riguarda invece le elementari, dove è prevista la didattica a distanza per dieci giorni con appena un paio di studenti contagiati, in tutta Italia ci sarebbero ancora più di tre milioni di bambini senza alcuna dose.

Insomma, per il 2022 il ritorno in classe si annuncia molto complicato. Più di mille presidi sparsi nello Stivale avrebbero chiesto a Mario Draghi e a Patrizio Bianchi, ministro dell’Istruzione, una provvisoria sospensione delle lezioni in presenza per due settimane, con immediata attivazione della didattica da casa.

Antonio Giannelli, presidente dell’Associazione Nazionale Presidi, chiede nello specifico di dare la possibilità a tutte le famiglie di vaccinare in tempo i ragazzi. Necessaria, inoltre, una massiccia campagna di testing per verificare la capacità del sistema di praticare i tamponi.

Per quanto anche i Governatori avessero invocato nei giorni scorsi lo slittamento delle lezioni in aula, il ritorno in classe è pressoché imminente, grazie all’approvazione dell’ultimo decreto da parte del Consiglio dei Ministri.

Bianchi, nel frattempo, invita tutti a vaccinarsi, senza distinzione tra grandi e piccoli. D’altronde l’obiettivo delle ultime regole introdotte è proprio quello di spingere sulle somministrazioni.

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