Terrorismo. Arrestati cinque stranieri affiliati all’attentatore di Berlino Anis Amri

Amri fu ucciso dalla polizia italiana tre giorni dopo l'attentato di Berlino, a Sesto San Giovanni, in provincia di Milano

Tagliare la testa e i genitali degli infedeli” era quanto si augurava al telefono uno degli uomini arrestati dalla polizia nell’operazione antiterrorismo denominata “Mosaico”. I cinque, un palestinese e quattro tunisini erano amici di Anis Amri, il terrorista della porta accanto, che aveva vissuto per molto tempo a Latina prima di realizzare l’attentato al mercato di Natale di Berlino che uccise 12 persone nel 2016. Amri fu ucciso dalla polizia italiana tre giorni dopo l’attentato, a Sesto San Giovanni, in provincia di Milano. L’indagine è partita dai tabulati del cellulare di Amri, nella sua rubrica figuravano i nomi dei 5 arrestati. Tra questi spicca il profilo del palestinese Abdel Salem Napulsi, già detenuto nel carcere di Rebibbia, che al telefono citava versetti del Corano affermando di volere soggiogare i miscredenti. Napulsi è adesso accusato di terrorismo per essersi autoaddestrato su internet. Gli altri quattro arrestati sarebbero anch’essi in odore di terrorismo ed avrebbero fatto entrare nel nostro Paese almeno 100 connazionali ai quali davano dei documenti falsi per permettere loro di raggiungere Francia e Germania. Per loro l’accusa della Procura è di associazione per delinquere finalizzata alla falsificazione dei documenti e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. La polizia sta effettuando ulteriori perquisizioni a Latina, non si esclude infatti che altri soggetti legati alla rete di Amri siano ancora residenti nella cittadina laziale.

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