Era tanto potente da decidere da solo le nomine in Campidoglio. Dal contenuto dei messaggi inviati da Raffaele Marra, emerge il ruolo di Dominus sempre attribuito all’ex vice capo di Gabinetto dai suoi detrattori. 10 giorni prima che Virginia Raggi si insediasse come prima sindaca donna di Roma, Marra inviava a Salvatore Romeo, una mail dettagliata con i provvedimenti da adottare subito e con l’elenco di possibili incarichi e retribuzioni.
Marra e Romeo insieme a Frongia e la sindaca formavano il gruppo dei 4 amici al bar. Capaci da soli di prendere tutte le decisioni cruciali della prima amministrazione a 5 stelle capitolina. Un abbraccio mortale per la Raggi quello dei tre collaboratori che dopo pochi mesi dall’insediamento hanno creato solo guai politici alla sindaca. Romeo, ex capo della segreteria, oggi è indagato per abuso d’ufficio ed è stato sentito dai magistrati sulle tre polizze vita da lui stipulate che vedono la Raggi come beneficiaria a sua insaputa. Daniele Frongia, ex vice sindaco, ha perso questa carica dietro le pressioni del Movimento 5 stelle nazionale che non gradiva la sua vicinanza con Marra. E poi lui, Raffaele Marra ex Guardia di finanza, plurilaureato che sarebbe stato capace di dettare legge a Palazzo Senatorio, almeno fino al 20 dicembre scorso, quando sono scattate le manette per corruzione. Da allora l’ex braccio destro della Raggi non ha più parlato, ma la nomina del fratello Renato Marra alla direzione Turismo del Campidoglio, decisa nei primi mesi di governo della città, è costata alla prima cittadina di Roma l’accusa di abuso d’ufficio. Intanto il 25 maggio si aprirà il processo per la maxi tangente che l’imprenditore Scarpellini avrebbe versato a Marra e proprio durante il processo l’uomo che tanto si è adoperato per l’ascesa politica di Virginia Raggi potrebbe decidersi a parlare. Dalle sue parole, molti ci scommettono, dipenderà il futuro politico della sindaca di Roma.
