È l’incontro da cui dipende il destino politico di Virginia Raggi. Quello che si terrà mercoledì o forse giovedì in una caserma,sarà un faccia a faccia lontano dalle telecamere. La sindaca infatti ha chiesto che l’audizione, in un primo momento fissata per lunedì in Procura, fosse spostata qualche giorno dopo, in un luogo meno accessibile alle telecamere. Raggi starebbe preparando ancora in queste ore la sua difesa. Dovrà rispondere infatti, di abuso d’ufficio e falso. La prima cittadina pentastellata, nello specifico, si difenderà dall’accusa di non avere vigilato sulla nomina di Renato Marra, fratello del suo ex braccio destro Raffaele Marra, a capo del dipartimento turismo. E contestualmente dovrà spiegare perché ha sempre sostenuto di avere preso autonomamente la decisione di tale nomina, poi revocata, sebbene dalle intercettazioni emerga come non ne fosse a conoscenza e si lamentasse con Marra per avere fatto tutto da solo, in pieno conflitto di interessi, senza avvertirla. Prima dell’audizione però Raggi vorrebbe raggiungere dei traguardi in Campidoglio: prima di tutto l’approvazione del Bilancio, ripartita dopo il primo stop imposto dall’Oref a dicembre. E poi c’è la questione dello stadio della Roma. Il comune sembra pronto a chiedere un altro mese di tempo per trovare una posizione condivisa da tutte le anime del Movimento capitolino. E ancora il patto per Roma, ma è difficile pensare che la sindaca riesca ad ottenere nuovo credito da palazzo Chigi prima che sia risolto il nodo della sua audizione. Ed proprio all’esito del suo incontro con i magistrati sarebbe legata la sorte politica della prima sindaca donna di Roma.
Se la Raggi dovesse rispondere in modo esaustivo alle domande degli inquirenti potrebbe scrollarsi di dosso l’ombra della collusione con i personaggi del cosidetto raggio Magico. E ripartire. Ma se così non fosse e dovesse essere rinviata a giudizio, si aprirebbero scenari poco rosei per l’amministrazione e per la città intera.