Realtà dura e violenta, contesto in cui è difficile vivere e dal quale a fatica ci si può allontanare. Parliamo del bronx, nello specifico quello partenopeo. Negli anni la periferia di Napoli ha stimolato la fantasia di numerosi registi. Così tanto che si è registrata una progressiva e sorprendente produzione di lavori, dai documentari ai cortometraggi.
Un materiale ingente, profondo nei contenuti, valido e sofisticato nella costruzione. Da qui la scelta di selezionare le opere licenziate nell’ultimo decennio e di proiettarle in sala, coinvolgendo per l’occasione quelle persone che ne hanno curato la realizzazione al fine di discuterne in maniera più approfondita con gli spettatori.
Alla Casa del Cinema va quindi in scena una particolare rassegna dal titolo “I racconti del bronx”. L’evento andrà avanti fino al prossimo 9 febbraio. Ogni giovedì la possibilità di visionare le pellicole sul grande schermo, ascoltando le considerazioni di chi le ha scritte e confezionate.
Se in apertura vengono proposti i contributi di Abel Ferrara e Guido Lombardi, ovvero “Napoli Napoli Napoli”, “Vomero Travel” e “La-Bas Educazione criminale”, piuttosto interessante appare il trittico finale di appuntamenti.
Il 26 gennaio, a partire dal tardo pomeriggio, viene servito un bel tris di proiezioni: “Ciro” di Sergio Panariello, “Ore 12” di Toni D’Angelo e “Ritratti abusivi” di Romano Montesarchio sono i lavori attesi.
Altrettanto curioso il programma pensato per il 2 febbraio: Carlo Luglio presenta e racconta un’accopiata di film usciti rispettivamente nel 2006 e nel 2011, ovvero “Sotto la stessa luna” e “Radici”.
“I racconti del bronx” si chiude poi con i progetti di Gaetano Di Vaio: a “Il loro Natale” e “Largo Baracche” il compito di fornire un’ulteriore prospettiva di quella che è l’esistenza travagliata e paradossale fuori dal centro di Napoli.