Qualcuna l’aveva avvertita del pericolo. Urla e gesti per dirle di fermarsi che non sono bastati per salvare la vita a Yao Zhang, la studentessa cinese finita sotto un treno il 5 dicembre scorso per rincorrere i tre ragazzi che le avevano rubato la borsetta. Ad aggiungere dettagli alla vicenda due operai di una ditta che lavorano nella stazione di Tor Sapienza. Testimoni involontari di una tragedia che forse si sarebbe potuta evitare. La ragazza non ha sentito o forse era troppo scossa dall’accaduto. E’ rimasta ben 11 minuti ferma su una massicciata accanto ai binari, prima di essere travolta da un convoglio in transito nella stazione e di finire in una scarpata. Lì dov’è stato ritrovato il suo corpo ormai senza vita. Yao Zhang, infatti, stando al racconto dei due operai, sentiti in procura nei giorni successivi alla scoperta del suo cadavere, “stava piangendo e parlando al cellulare”. L’ultimo dei tre autori del borseggio ai danni della giovane studentessa dell’Accademia delle belle arti è stato arrestato sei giorni fa dopo una lunga indagine. Gli altri due complici erano già stati arrestati dagli agenti della squadra mobile. Stando alla ricostruzione degli inquirenti i tre giovani di etnia rom avrebbero circondato la ragazza all’interno della stazione di Tor Sapienza e poi, dopo averle sottratto la borsetta sarebbero scappati lungo i binari. La ragazza li ha seguiti per un po’ prima di perdersi tra i convogli della stazione. Gli scippatori ora si rimpallano le responsabilità accusandosi l’un l’altro. L’unico punto su cui combaciano le loro versioni è l’assenza di ogni tipo di violenza sulla ragazza. Su chi ha deciso di prendere la borsetta invece ognuno racconta la sua verità. Anche se nel video in possesso della procura si vede bene chi la stringeva in mano. Intanto prosegue anche l’indagine per omicidio colposo a carico del macchinista del treno. Nei prossimi giorni verrà disposta una consulenza cinematica per capire se l’uomo avrebbe potuto scongiurare l’accaduto con una manovra di emergenza.
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