Un’arma a doppio taglio. La vittoria del “no” al referendum e il passo indietro di Matteo Renzi fanno esultare Virginia Raggi, ma fino a un certo punto. L’esito del voto ha dato ragione al partito del primo cittadino romano, sempre in prima linea quando c’era da criticare la riforma. Tuttavia in Campidoglio tiene banco un altro aspetto, quello legato al cosiddetto “patto” per Roma, nient’altro che una serie di finanziamenti per fermare il declino della Capitale. Il principale interlocutore era proprio quel Matteo Renzi, la cui carica di premier non dovrebbe durare ancora a lungo.
Da Palazzo Senatorio fanno sapere che non cambia nulla. Il patto verrà proposto ugualmente al nuovo governo. La preoccupazione però è evidente, perché con un eventuale team di tecnici le possibilità di dialogo rischierebbero di ridursi a zero. Un colpo non semplice da incassare per chi da mesi aveva intensificato i contatti con Claudio De Vincenti, sottosegretario alla presidenza del Consiglio di Stato. Una lista di richieste relative a decoro, trasporti, rifiuti e urbanistica per una cifra complessiva di circa 2 miliardi di euro: d’ora in avanti tutto torna in discussione.
In Campidoglio c’è ora da sciogliere il nodo riguardo la posizione di Paolo Berdini. L’assessore capitolino all’Urbanistica avrebbe pensato alle dimissioni. Ipotesi da lui smentita in maniera categorica. Il motivo sarebbe rappresentato dal nuovo stadio della Roma. Berdini non è convinto della progettazione di tutto ciò che dovrebbe sorgere intorno alla struttura. Un fronte interno del Movimento, che includerebbe il sindaco e il suo vice, sarebbe invece disposto a negoziare con la società giallorossa. In attesa di conoscere gli sviluppi della faccenda, si guarda sempre a Palazzo Chigi. Le dimissioni di Renzi potrebbero slittare ed essere ufficializzate dopo l’approvazione della legge di bilancio.