Inizia oggi una serie di appuntamenti quotidiani all’interno del nostro TgLazio per capire come cambia la costituzione.
Partiamo dalla fine del bicameralismo e dalle modifiche apportata dalla riforma Boschi all’articolo 55.
Il superamento del bicameralismo paritario.
Punto chiave della riforma costituzionale su cui gli elettori italiani saranno chiamati ad esprimersi il prossimo 4 dicembre.
Sotto la lente d’ingradimento l’articolo 55 della Costituzione che attualmente recita: il Parlamento si compone della Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica.
Ecco come cambierebbe. La legge Boschi stabilisce che solo la Camera è chiamata a votare la fiducia al governo,
esercitando le funzioni di indirizzo politico e di controllo sull’operato dell’esecutivo, oltre alla
funzione legislativa.
La Camera resta eletta a suffragio universale e composta da 630 deputati, di cui 12 eletti
nella circoscrizione Estero.
Il nuovo articolo disegna i compiti del nuovo Senato, che diventa rappresentante delle istituzioni territoriali e fa da raccordo tra lo Stato, le Regioni
e i Comuni, e tra questi e l’Unione Europea. Continua anche ad esercitare la funzione
legislativa, ma in modo diverso dal passato.
Il nuovo Senato partecipa anche alle decisioni relative alle politiche europee, verificando l’impatto
delle scelte di Bruxelles sulle realtà locali.
Tra i suoi compiti anche la valutazione delle politiche
pubbliche e dell’attività della pubblica amministrazione, la verifica dell’attuazione delle
leggi e il parere su alcune nomine del governo.
Nell’articolo 55 viene anche rafforzata la parità di genere nella
rappresentanza politica.
Rimane identica la formula: il Parlamento si riunisce in seduta comune dei membri delle due Camere nei soli casi stabiliti dalla Costituzione.