Arresti al Comune per la gestione dei campi rom, tangenti in cambio di appalti

di Cristina Autore

Non è Mafia Capitale, ma un po’ le assomiglia. Nel mirino della Procura di Roma tornano i dipendenti capitolini per una nuova triste storia di corruzione. Ci sono le mazzette, i favori e i regali per i colletti bianchi. I dipendenti statali che dovrebbero garantire trasparenza e onestà nella gestione degli appalti e all’interno dell’amministrazione e invece fanno tutt’altro. Una nuova inchiesta porta all’arresto di una serie di funzionari colpevoli di aver favorito gli appalti di alcuni campi nomadi della Capitale. Soldi, biglietti per i teatri, un collier e persino l’acquisto di un escavatore. Sono alcuni dei tornaconto che i dipendenti del Comune ricevevano dagli imprenditori delle Cooperative.
In manette sono finiti gli imprenditori Roberto Chierici, Massimo Colangelo, Loris Talone e Salvatore di Maggio. Ai domiciliari il funzionario Alessandra Morgillo e il vigile urbano Eliseo De Luca. Mentre il gip ha emesso una misura interdittiva per il funzionario Vito Fulco.
Nel procedimento risulta indagata anche Emanuela Salvatori, la funzionaria del che lo scorso novembre era stata condannata a 4 anni di reclusione, per lo stesso motivo.
Corruzione, falso in atto pubblico e turbativa d’asta i reati contestati nel periodo compreso tra la fine del 2013 e il marzo del 2014.
Gli appalti venivano affidati senza gara e spesso i lavori all’interno dei campi non venivano neanche effettuati. Gli imprenditori ottenevano il via libera con firme false e riuscendo a ottenere anche la retrodatazione su alcuni documenti. In cambio l’assunzione di una  figlia in una delle cooperative ad esempio o le tangenti. Bustarelle da 300 400 euro che venivano scambiate proprio all’interno del Campidoglio, come dimostra un filmato girato negli uffici del dipartimento di politiche sociali. Un film già visto, una triste realtà che continuare a ripetersi gettando fango sulla città eterna e i suoi dipendenti.

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