Mafia Capitale. La Corte dei Conti chiede un risarcimento di 21 milioni

E' il conto presentato a 21 tra politici, manager e dirigenti del comune e delle sue partecipate

Appalti “sistematicamente e continuativamente alterati” per 90 milioni. Amministratori infedeli che hanno usato e abusato del loro ruolo. Strutture e funzioni pubbliche strumentalizzate per scopi personali. In altre parole Mafia Capitale, che ha prodotto, fa sapere la Corte dei Conti, un danno per le casse pubbliche, dal 2008 al 2014, di quasi 21 milioni di euro. 21 proprio come gli imputati a cui adesso è richiesto il risarcimento della somma. Nell’elenco, redatto dai PM contabili, Ugo Montella e Massimiliano Minerva, figurano l’ex presidente dell’assemblea capitolina, Mirko Coratti, l’ex di Ama, Franco Panzironi e l’ex componente sul tavolo per l’immigrazione, Luca Odevaine. Nel provvedimento i giudici scrivono che l’attività dei 21, tra cui anche Coratti, Panzironi e Odevaine, sarebbe stata finalizzata, a vario titolo, a “facilitare l’aggiudicazione di gare a favore di soggetti economici appartenenti al sodalizio criminale” Mafia Capitale. Il riferimento è a Salvatore Buzzi, principale indagato del processo che si sta svolgendo dallo scorso novembre nell’aula Bunker a Rebibbia, e al boss della cupola, Massimo Carminati. Tra gli enti pubblici figurano nel provvedimento oltre a Eur Spa anche il dipartimento tutela ambientale e servizio programmazione e gestione del verde pubblico del comune di Roma, il dipartimento promozione servizi sociali, il dipartimento patrimonio e Ama Spa. Adesso i 21 accusati avranno 30 giorni di tempo per replicare alle ipotesi accusatorie e fare le loro controdeduzioni.

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