Carceri in Umbria: l’appello del Garante per sanzioni proiettate verso il recupero

Da Giuseppe Caforio un invito alle istituzioni a fare di più: il 2023 un anno complicato per le strutture umbre

Per decine di migliaia di persone, il 2024 è cominciato nello stesso identico modo in cui si era chiuso il 2023, ovvero dietro le sbarre. A proposito di chi, in questo momento, sta scontando in carcere una pena stabilita dal giudice, ha parlato Giuseppe Caforio, garante dei Detenuti della Regione Umbria.

Nell’augurare buon anno a tutto il mondo penitenziario, che è fatto sì di detenuti, ma anche di poliziotti, magistrati e avvocati, Caforio ha sottolineato come il sistema sanzionatorio dei reati debba sempre più propendere verso il concetto di “riparazione”. Al contempo, le porte dei penitenziari dovrebbero essere aperte per accogliere in particolar modo chi, pur avendo avuto più opportunità in passato, continua a commettere fatti illeciti.

Il 2023, da poco terminato, si è rivelato un anno complicato per le carceri italiane e, soprattutto, per quelle umbre, all’interno delle quali si sono registrati diversi momenti di alta tensione. Troppi, secondo il Garante, i suicidi accertati, mentre ci sarebbe ancora molta strada da fare per migliorare la situazione sanitaria generale nelle celle, dove di rado viene garantito il vero diritto alla salute.

In ogni caso, per Caforio, le istituzioni dovrebbero concentrarsi maggiormente sull’effettiva funzione riabilitativa del carcere, a suo avviso non attenzionata nel modo giusto. Inaccettabile il fatto che, nel 2024, anziché favorire il recupero di un individuo, un luogo come il carcere finisca per amplificare la deviazione che ha già condotto un detenuto all’interno di una prigione: lo Stato dovrebbe quindi assicurare un percorso e un’opportunità riabilitativa, con il detenuto stesso chiamato a sfruttare al meglio un’occasione simile.

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