Storie lontane ma, ancora oggi, di grande impatto: in Senato c’è stata la presentazione di “Italiani d’Argentina. Culture e tradizioni delle migrazioni di italiani in Argentina dai primi dell’800 ad oggi”. Un volume pubblicato da EdiStorie e firmato da Caio Mussolini, nato proprio nel grande Paese sudamericano e quindi molto legato al tema.
Diversi gli interventi che si sono susseguiti nel corso dell’evento, tenutosi all’interno della Sala Caduti di Nassirya. A prendere la parola Paola Vegliantei, presidente della Prima Accademia della Legalità in Italia e nel Mondo, e i senatori di Fratelli d’Italia Roberto Menia e Andrea De Priamo (fondamentale l’impegno di quest’ultimo per organizzare la presentazione a Palazzo Madama).
Davvero tante le informazioni e le curiosità riportate all’interno del volume, che ripercorre una storia lunga circa duecento anni, con il fenomeno scemato soltanto intorno agli anni Settanta del Novecento. Quando tutto iniziò, l’Italia non si era costituita.
L’autore del libro ha sottolineato come, in principio, i nostri antenati scelsero l’Argentina per via della sua grande estensione e della scarsa densità di popolazione in quel territorio. Inizialmente i liguri, seguiti dai piemontesi, dai lombardi, dai veneti e, più tardi, dai meridionali: una quantità incredibile di persone in cerca di opportunità, in parte chiamati a contribuire a civilizzare una nazione da sempre ricca di fascino e suggestione.