Molti anziani e pochi nascite: il problema demografico in Umbria

Nel cuore verde d'Italia più pensionati che lavoratori: emblematici i dati forniti dalla Cgia di Mestre

Il fenomeno della diminuzione delle nascite in Umbria, si sa, è una questione indubbiamente annosa per l’intera Regione. Discorso simile per l’elevata quantità di anziani tra le province di Perugia e di Terni, fattore non così negativo eppure, va detto, emblematica testimonianza di come il cuore verde d’Italia sia sempre meno popolato da giovani.

Da un’indagine della Cgia di Mestre, in Umbria i pensionati sarebbero quasi cinquantamila in più rispetto agli occupati. Un dato, questo, che fa comprendere come le istituzioni debbano attivarsi al più presto per mettere in campo delle politiche capaci di invertire un trend simile.

Sempre secondo la Cgia, un elevato numero di pensionati nel territorio sarebbe piuttosto comune in quasi tutto il Centro Sud, eccezion fatta per Lazio e Toscana. Tuttavia, complici l’età media della popolazione e la denatalità, il forte squilibrio presente in Umbria sarebbe più consistente rispetto a quello che si registrerebbe nelle Marche e in Sardegna.

Tra Perugia e Terni verrebbero erogate annualmente oltre quattrocentomila pensioni, a fronte di circa trecentocinquantaquattromila occupati. La differenza, a conti fatti, sarebbe di quarantasettemila unità.

Più pesante, in linea generale, la situazione nella provincia di Terni, dove ci sarebbero circa ottantaquattromila occupati e centoseimila pensionati. Nel territorio perugino, invece, duecentonovantacinquemila persone in pensione e duecentosettantunomila in servizio.

A livello nazionale, infine, le pensioni erogate supererebbero di circa duecentocinquemila unità gli occupati. Insomma, l’andamento non è affatto incoraggiante in quasi tutte le regioni, eppure in Umbria si avverte un problema importante.

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