Consumo di suolo: in Umbria troppi cantieri rispetto alla popolazione

Diffusi i dati contenuti nell'ultimo Rapporto dell'Ispra: Bastia Umbra il Comune della Regione con la più alta percentuale di suolo consumato

Numeri preoccupanti, così negativi da indurre a pensare di intervenire al più presto. L’Ispra ha da poco diffuso i dati relativi alla crescita del consumo di suolo nello Stivale.

La situazione appare allarmante un po’ ovunque, perché sono tante le Regioni in cui si registra un’elevata espansione urbana. Anche in Umbria, ovviamente, il quadro generale non sembra essere dei migliori (in ogni caso ci sono territori messi peggio).

Nel cuore verde d’Italia, la crescita del consumo di suolo risulterebbe essere intorno al 5,3%, quindi sotto la media nazionale. Tra il 2020 e il 2021, però, ci sarebbe stato un incremento di oltre centoundici ettari (dal 2012 al 2021, quindi in nove anni, ci sarebbe stata invece una crescita di più di mille ettari).

Curioso come all’incremento del consumo di suolo non corrisponda quello del numero di abitanti, che continuano a scendere in maniera evidente. Da considerare poi che il 29,3% del territorio umbro è montano, quindi interessato da piccoli insediamenti: ecco allora che la maggior parte del suolo consumato si concentra nel restante 70,7% del territorio, quindi in collina, in pianura e nei centri urbani più grandi.

Dati alla mano, in provincia di Perugia ci sarebbe un maggior incremento di consumo di suolo rispetto a quella di Terni: da una parte più di novantasei ettari consumati nel 2021, dall’altra appena quindici sempre nel corso dell’anno passato. Bastia Umbra risulterebbe essere il Comune umbro con la più alta percentuale di suolo consumato, seguita da Corciano e Terni.

Per Maurizio Zara, presidente di Legambiente Umbria, sarebbe il caso di contenere la costruzione di strade, case e parcheggi. Un fenomeno di questo tipo genera indirettamente traffico e inquinamento.

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