Sanità, la riorganizzazione della rete ospedaliera a Spoleto e a Foligno

Prosegue il progetto per far diventare le due strutture parte di un unico presidio: diffuso un particolare report curato dalla Direzione strategica della Usl Umbria 2

Riorganizzare al più presto la rete ospedaliera nell’area di Spoleto e in quella di Foligno, così da garantire i livelli essenziali di assistenza in sicurezza. Questo ciò che emerge da un particolare report legato agli interventi eseguiti all’Ospedale di Spoleto dalla Direzione strategica della Usl Umbria 2.

Classificato come presidio ospedaliero di primo livello, il San Matteo degli Infermi serve una popolazione di oltre sessantunomila residenti. Per quelle che sono le sue caratteristiche, dovrebbe invece essere in grado di prestare assistenza a un bacino costituito da almeno centocinquantamila abitanti, se non di più.

Insomma, c’è molto lavoro da fare per rendere una struttura simile ben più efficace, funzionante e all’avanguardia. Stesso discorso pure per il nosocomio di Foligno, dotato di personale qualificato ma spesso non in grado di far fronte a un elevato numero di richieste.

Nel dossier viene quindi evidenziato come l’integrazione degli ospedali di Spoleto e di Foligno debba avere come punto di partenza la consapevolezza che tali due strutture, separate da appena venti chilometri, possano essere parte di un unico presidio. Per fare in modo che ciò accada, sarà necessario mettere da parte l’eventuale competitività e lavorare nel segno della coesione.

Creare percorsi diagnostico-terapeutici con l’Azienda ospedaliera di Terni, mettendo magari in comune risorse materiali come tecnologie varie e posti letto, potrebbe essere già qualcosa. L’integrazione a cui si aspira per i due presidi dovrà infine perseguire anche l’obiettivo di realizzare livelli assistenziali di qualità, in modo tale da cancellare l’attuale mobilità passiva.

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