Agricoltura, Coldiretti Umbria chiede interventi mirati per i cinghiali

I casi di peste suina riscontrati in varie zone d'Italia continuano a preoccupare: il presidente Albano Agabiti chiede una politica più aggressiva

Una strategia precisa con l’intento di scongiurare gravi danni in futuro. Ecco quanto chiede alle istituzioni Coldiretti Umbria, fortemente preoccupata dalla continua invasione di cinghiali nel territorio, noti per la loro capacità di devastare le coltivazioni.

Al di là dei rischi a cui sono costantemente sottoposte le colture, il presidente Albano Agabiti lancia un appello per preservare la suinicoltura, a quanto pare fortemente minacciata dai casi di peste suina già riscontrati in diverse zone d’Italia. Nel caso in cui non venissero adottati dei seri provvedimenti, la filiera agroalimentare umbra potrebbe andare incontro a grossi guai dal punto di vista economico.

«Dopo i danni provocati dai cinghiali alle colture, all’ambiente e alla sicurezza dei cittadini – ha dichiarato Agabiti – siamo costretti ad affrontare i possibili rischi derivanti da un’emergenza sanitaria che si diffonde proprio attraverso i cinghiali. Nonostante le misure messe in campo sino ad ora, è arrivato il momento che la Giunta regionale adotti una politica più aggressiva».

Se, di recente, l’assessore alla Sanità Luca Coletto ha cercato di tranquillizzare tutti sostenendo come l’Umbria sia dotata di un Piano specifico per contrastare il fenomeno, Coldiretti chiede però di fare di più: per Agabiti sarebbe necessario ad esempio portare avanti un lavoro di contenimento della specie, facendo magari slittare la chiusura del calendario venatorio.

Per Mario Rossi, direttore di Coldiretti Umbria, si dovrebbe anche pensare di costruire al più presto quella filiera, tanto invocata, per la commercializzazione e la tracciabilità delle carni dei cinghiali stessi, sulla quale andrebbe chiarito il supporto dell’apposito gruppo di lavoro preannunciato in sede di tavolo tecnico regionale.

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