Emergenza sanitaria, la richiesta di aiuto dei ristoratori

Francesco Testa, direttore del celebre ristorante Checco dello Scapicollo, lancia l'allarme: situazione tragica per i ristoratori di Roma e non solo
Francesco Testa è il direttore del ristorante Checco dello Scapicollo, celebre locale dei vip di Roma dove transitano continuamente attori, cantanti, politici, sportivi. Come tanti colleghi, deve fare i conti con il delicato periodo che la ristorazione sta vivendo, proponendo alcune soluzioni per tentare di tornare a vedere la luce al termine del tunnel. È un vero e proprio grido d’allarme il suo. D’altronde che la situazione non sia facile è sotto gli occhi di tutti, ma, se possibile, durante il periodo delle festività natalizie appena trascorse, si è ulteriormente aggravata.
«Dal 20 dicembre – dichiara – le prenotazioni per Natale e Capodanno hanno subito un drastico taglio, e per quanto riguarda l’Epifania non ne parliamo neanche che è meglio». Una crisi che viene descritta come “totale” perché tocca non solo i ristoranti, ma anche altre attività legate al settore e non solo: Checco, che a Roma è un’istituzione, è in contatto con vari colleghi, i quali confermano come non si veda la luce in fondo al tunnel.
Una situazione disperata che, secondo il ristoratore, non è figlia del fatto di essere no vax o sì vax. Queste le sue parole: «Io ho sempre fatto questo mestiere e non posso diventare architetto per misurare le distanze dei tavoli nel mio locale, oppure, fatto ancor più gravoso, chiedere, senza averne i diritti, i documenti ai clienti per attestare la veridicità o meno del green pass. Proprio il green pass, per l’iter che ne prevede il controllo ad opera dei ristoratori, è considerato dal direttore di Checco dello Spapicollo un grande ostacolo, perché può accadere che arrivi un buon numero di clienti tutti assieme causando, inevitabilmente, delle code per verificarne l’autenticità.
Sempre secondo il Direttore, le cause di quanto sta vivendo il mondo della ristorazione, e non solo, sono da ascrivere alla disinformazione di tanta gente, la quale è letteralmente terrorizzata di essere contagiata, oltre al fatto che non si capisce più nulla. Un anno fa, pur nella drammaticità di essere totalmente chiusi, lui stesso risultava più ottimista poiché vi era comunque, a fronte dei mancati incassi, l’assenza di alcune spese, mentre alcuni aiuti economici, seppur piccoli, arrivavano.
Il tema degli aiuti è per Checco l’unico rimedio concreto davvero attuabile per tenere in vita un intero settore. Aiuti che si possono concretizzare in tre proposte, ovvero moratoria dei mutui, ripristino della cassa integrazione e taglio delle bollette. Attuando quanto prima queste tre proposte si salverebbe il mondo della ristorazione che non solo non sta guadagnando, ma, fatto ancor più grave, si sta indebitando. E anche su questo il Direttore è molto “chirurgico”: «Se un ristoratore andasse oggi in banca a chiedere un prestito per la propria attività, dovrebbe portare il bilancio del 2020, e mi chiedo quale istituto di credito gli presterebbe denaro a fronte di un così negativo bilancio».
Insomma, Checco lancia un appello alle istituzioni affinché non si arrivi al paradosso di rimpiangere i momenti in cui si era chiusi per il lockdown. Del resto lui ama ancora il proprio lavoro, che ha iniziato a fare tanti anni fa, e vuole continuare a farlo.
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