Emergenza sanitaria, in Umbria si chiedono più ristori e vaccini

Donatella Tesei vorrebbe equiparare l'ordinanza regionale alle norme del Dpcm destinate a far scattare il rimborso per le attività chiuse: a quanto pare, si potrebbero ricevere circa 30.000.000

La Regione Umbria chiede lo stanziamento di ristori per le prossime 2 settimane, contraddistinte un po’ ovunque dalla zona rossa “rafforzata”: l’obiettivo di Donatella Tesei sarebbe quello di equiparare l’ordinanza regionale alle norme del Dpcm destinate a far scattare il rimborso per le attività chiuse.

A quanto pare, nel decreto Ristori per il lockdown di marzo e aprile l’Agenzia delle Entrate aveva quantificato in 120.000.000 di euro gli stanziamenti per l’Umbria: facendo i dovuti rapporti, si potrebbero ricevere circa 30.000.000.

Secondo voci di corridoio, Palazzo Donini vorrebbe includere anche quelle attività economiche non direttamente coinvolte dalle chiusure ma, di fatto, danneggiate questa nuova fase di emergenza.

Non mancano poi richieste specifiche sul fronte sanitario: si esigono mezzi e somme anche per implementare la campagna di screening. Chieste, tra l’altro, dosi aggiuntive di vaccini, senza dimenticare la necessità di poter disporre di un numero più elevato di medici.

Fino al 21 febbraio, nei 65 Comuni situati tra le province di Perugia e Terni, dove la situazione è più preoccupante, rimarranno chiusi negozi, mercati, bar, ristoranti, centri commerciali, musei, teatri, cinema, centri estetici, palestre e piscine (aperti invece barbieri, parrucchieri, tabaccherie ed edicole).

Niente caccia e niente permanenza nei circoli ricreativi. Stop alle attività sportive, se non in forma individuale e all’aperto, anche nelle aree incluse nella zona arancione.

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