Sanità, i sindacati dell’Umbria in stato di agitazione

C'è preoccupazione per la grave situazione di carenza d'organico in tutti i profili sanitari: i carichi di lavoro insostenibili espongono il personale a gravi rischi

Il clima non è dei migliori, lo scenario è abbastanza cupo: alla luce del progressivo aumento di contagi da Covid in tutta la Regione, Cgil, Cisl e Uil dell’Umbria chiedono alle istituzioni di porre maggiore attenzione al comparto della sanità locale.

«Riesplode l’emergenza coronavirus in Umbria, ma la grave situazione di carenza d’organico in tutti i profili sanitari, che comporta il rischio di sospensione di importanti attività ordinarie, non è stata minimamente affrontata», si legge in una nota preparata insieme alle rispettive categorie dei lavoratori del settore.

A confermare l’intento generale di andare fino in fondo, la decisione di aprire le procedure di raffreddamento propedeutiche alla dichiarazione dello stato di agitazione con la richiesta di un incontro che è stata presenta al prefetto di Perugia, Armando Gradone, il quale si è subito reso disponibile a organizzare un tavolo.

Cgil, Cisl e Uil dell’Umbria temono un netto peggioramento delle condizioni sanitarie della popolazione e degli indici di mortalità anche per patologie non collegate al Covid. Al tempo stesso sottolineano come carichi di lavoro insostenibili espongano il personale a gravi rischi personali e professionali.

In quanto agli organici ridotti all’interno delle strutture, i sindacati ravvisano che la selezione per l’assunzione di 324 infermieri, avviata dalla Usl Umbria 2 in convenzione con l’azienda ospedaliera di Terni, rischia di impantanarsi  a causa di errori effettuati durante le prove preselettive.

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