“La casa-comignolo. Lo spazio vitale di Erich Mendelsohn a Luckenwalde”: questo, tradotto in italiano, il titolo del saggio realizzato da Tim Altenhof che permette all’architetto tedesco di aggiudicarsi il Premio Bruno Zevi istituito nel 2007 e che giunge alla 12^ edizione nell’anno in cui si celebra il centenario della nascita di quest’ultimo.
Presso la sede romana della Fondazione Bruno Zevi la cerimonia di premiazione a cui prendono parte sia il vincitore che David Palterer, docente di architettura al Politecnico di Milano, al Polo di Mantova e all’Isia di Firenze. A moderare Massimo Locci de La Sapienza.
In quanto 1° classificato attraverso una selezione effettuata da una commissione giudicatrice composta, tra gli altri, da esperti del settore quali Elena Tinacci del Maxxi e Roberto Dulio del Politecnico, il testo di Altenhof viene pubblicato nelle edizioni della Fondazione. Apprezzata, tra le altre cose, la capacità dell’autore di gettare nuova luce su uno dei maggiori interpreti dell’architettura espressionista sassone, ovvero Mendelsohn.