Condanna Roberto Spada. Soddisfazione per Ordine giornalisti e società civile

Federica Angeli: “L'era del silenzio e dell'omertà a cui gli Spada hanno costretto Ostia è finita”

L’era del silenzio e dell’omertà a cui gli Spada hanno costretto Ostia è finita”. Così Federica Angeli, giornalista minacciata dal clan Spada e costretta per questo a vivere sotto scorta, ha commentato la condanna a sei anni per lesioni personali e violenza privata pronunciata dai giudici della IX sezione penale nei confronti di Roberto Spada e del suo guardaspalle Ruben Nelson del Puerto. Riconosciuta l’aggravante del metodo mafioso. L’aggressione al giornalista Daniele Piervincenzi ed al suo cameraman Edoardo Anselmi durante un’intervista a Ostia, era sembrata l’ennesima prova di forza di una famiglia abituata a fare il bello e cattivo tempo in un territorio in cui non esiste altra legge al di fuori della loro. Ma questa volta Roberto Spada si è spinto troppo oltre e lasciarsi filmare durante una violenza è equivalso a firmare la propria condanna. L’ordine dei giornalisti e la Federazione Nazionale Stampa Italiana si sono costituite parte civile. Fondamentale stare accanto ai giornalisti che denunciando quando avviene nelle relatà più difficili del Paese rendono un servizio alla società intera. Ma si tratta di una sentenza importante soprattutto per chi a Ostia finora ha vissuto con la convinzione che in quella terra di nessuno vigesse solo la legge del più forte. E invece lo Stato c’è e, dopo decenni di colpevole assenza, torna ad imporre le regole del vivere civile. Adesso sta alle istituzioni ed alla società civile riappropriarsi, metro dopo metro, di un territorio per troppo tempo abbandonato a se stesso.

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