Zingaretti: “Reato non sospendere il prelievo dal lago di Bracciano”

Spunta l'ipotesi, caldeggiata dalla Regione, di aumentare il prelievo dalle altre fonti da cui si approvvigiona la capitale

“La sospensione della captazione dell’acqua di Bracciano non è stata una scelta, è stata un obbligo”. Con queste parole il governatore Zingaretti motiva la decisione, presa sabato, di imporre uno stop al prelievo idrico da Bracciano e invita ad affrontare il problema della siccità a Roma. Il livello del lago nel frattempo è continuato a scendere in modo preoccupante. Acea ha subito risposto proponendo il razionamernto dell’acqua in città. Un duro colpo per l’economia romana che in questo periodo dell’anno gira quasi esclusivamente attorno al turismo. Una misura sproporzionata secondo Zingaretti che fa notare come Bracciano fornisca solo l’8% del fabbisogno idrico dell’Urbe.

E allora spunta l’ipotesi, caldeggiata dalla Regione, di aumentare il prelievo dalle altre fonti da cui si serve la capitale. Una soluzione di compromesso, in attesa che nel mese di agosto la città si svuoti e diminuisca sensibilmente anche il fabbisogno d’acqua. Ma quello che è certo è che la Capitale ha bisogno di soluzioni a lungo termine.

Molti fanno notare in questi giorni come la rete idrica romana disperda il 44% delle acque raccolte. Basterebbe sistemare le tubature per garantire l’acqua tutto l’anno. Soluzione questa, più facile a dirsi che a farsi perché sebbene Acea abbia fruttato a Roma Capitale 70 milioni di dividendi, solo una parte esigua di questo denaro è stata destinata alla manutenzione della rete. L’ipotesi più probabile per risolvere il problema alla radice è che i soldi siano trovati aumentando le bollette. Finendo con lo scaricare, ancora una volta, sui cittadini i costi dell’operazione.

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