Con 326 sì, 37 no e 4 astenuti, la Camera dei Deputati ha approvato dopo un anno e due mesi di discussione la proposta di legge sul Testamento Biologico. Rifiutare le cure per i pazienti potrebbe presto diventare un diritto. Ora l’esame della norma passa al Senato.
A battersi contro un provvedimento che trasforma la morte in routine amministrativa è l’associazione Pro Vita Onlus.
Evitare che la cultura della morte dilaghi in Italia. Questo l’obiettivo di Pro Vita Onlus. A testimoniare la sua esperienza è Kristina Hodgetts. Infermiera canadese che dava l’eutanasia ai pazienti in buona fede, finché un giorno non si è ritrovata dall’altra parte del letto.
Per la cronaca ad oggi l’Italia è uno dei pochissimi Paesi europei a non essere ancora dotata di una legge sul testamento biologico. Oltre alla nota Svizzera, anche in Inghilterra e Galles i diritti dei pazienti sono regolati dal “Mental Capacity Act” che risale al 2005. In Germania la legge prevede la figura del fiduciario. Pure Spagna, Portogallo, Francia, Ungheria, Repubblica Ceca e i Paesi scandinavi hanno una legislazione in materia in vigore.