Il Giorno del Ricordo per non smarrire la memoria

A piazza Venezia la consueta cerimonia: il vicesindaco Luca Bergamo depone una corona d'alloro sull'Altare della Patria

Non una data qualunque. Attraverso una legge del 2004, il 10 febbraio è stato scelto dal Parlamento italiano come il Giorno del Ricordo in memoria delle vittime delle foibe e degli esuli istriano-dalmati, persone costrette ad abbandonare le loro case dopo la cessione di Istria, Fiume e Zara alla Jugoslavia a seguito della sconfitta dell’Italia nella Seconda Guerra Mondiale.

Grotte carsiche con ingresso a strapiombo, le foibe sono gli spazi dove i partigiani comunisti titini gettarono più di 3000 italiani tra il 1943 e il 1945. Il Giorno del Ricordo vuole conservare e rinnovare la memoria di un’autentica tragedia e la data prescelta è legata al 10 febbraio del 1947, quando fu firmato il trattato di pace che assegnava alla Jugoslavia l’Istria e la maggior parte della Venezia Giulia.

Presso l’Altare della Patria il vicesindaco della Capitale Luca Bergamo depone una corona d’alloro davanti al Milite Ignoto, un gesto naturale in segno di rispetto.

Le strette di mano ai parenti dei caduti concludono una cerimonia tanto veloce quanto sentita. L’importante è sempre non dimenticare.

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