Corruzione, favoreggiamento, intermediazione in cambio di denaro. Due guardie penitenziarie del carcere di Rebibbia, insieme a un detenuto sono state arrestate. L’accusa è grave per i due agenti che sono finiti agli arresti domiciliari, dopo l’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip del tribunale di Roma. I poliziotti si sarebbero messi a disposizione di un carcerato, per favori di vario genere. In particolare avrebbero comunicato notizie relative a permessi premio concessi, avrebbero dato ad altri operatori penitenziari riscontri positivi per quanto riguarda la condotta del recluso. Le due guardie sono inoltre accusate di aver fatto da intermediari per recapitare beni all’interno del carcere o nel luogo nel quale il detenuto svolgeva attività lavorativa in regime di semi-libertà. Per gli inquirenti i due lo avrebbero fatto per ottenere somme di denaro, più volte promesse anche se di fatto mai elargite dal carcerato. L’uomo avrebbe anche promesso ai due un lavoro o un’altra forma di partecipazione nella pizzeria che si diceva intenzionato ad aprire una volta uscito dall’istituto penitenziario. Il carcerato è accusato anche di evasione. Il 21 maggio 2015 l’uomo, che era in regime di semilibertà, una volta uscito da Rebibbia non è andato al lavoro e non è rientrato nell’istituto all’orario previsto. La sua fuga è durata solamente una settimana, infatti il 28 maggio, quando la polizia lo ha rintracciato a Crema, a casa della moglie, lo ha arrestato riportandolo nel carcere di Cremona, dove è attualmente detenuto
Categorie
News