Comune Vs. Atac: “Il biglietto non vale il servizio”

di Cristina Autore

Un servizio inadeguato e fuori da qualsiasi logica di mercato. Il Comune di Roma spara a zero su Atac, la municipalizzata del trasporto pubblico romano colpevole di costi onerosi e criticità che aumentano ogni giorno. È un rapporto durissimo quello stilato dalla Ragioneria generale del Campidoglio sull’operato dell’azienda che rischia una sforbiciata di 37 milioni di euro. Sarebbe questo il prezzo da pagare per la sua inefficienza, almeno secondo l’Ufficio statistica e controllo finanziario del Comune. Di mezzo c’è un contratto di servizio ben preciso che Atac non avrebbe rispettato creando forti disagi per i cittadini. Nel dettaglio avrebbe speso il 682 per cento in più rispetto ai costi standard per i bus elettrici, quasi il 60 per cento per i filobus e il 3,5 in piu per i bus a disel e metano solo nel primo semestre dell’anno. Il gap tra costi effettivi e quelli auspicati è davvero ampio. E ciò che proprio non va giù al Comune sono i gravi disservizi che continuano a registrarsi in città nonostante l’aumento del capitale investito. 300mila le corse perse, soppresse per guasti o mancanza di personale disponibile. 800 mila i km in meno percorsi in metro. Senza parlare del sovraffollamento degli autobus.

Il risultato è che il pagamento del Bit non vale il servizio agli utenti: a essere insoddiasfatti sono, infatti, il 65 per cento di loro che chiedono risposte urgenti alla municipalizzata che ora rischia di vedersi ridurre il corrispettivo versato annualmente dal Campidoglio.

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