Atac, ancora bufera dopo le perquisizioni

Ad far avviare l'inchiesta la consegna di un dossier con anomalie a Giuseppe Pignatone

All’altezza del civico 45 di via Prenestina tutto appare tranquillo. Eppure nella sede in questione si sono registrate diverse perquisizioni da parte delle Fiamme Gialle. Un blitz vero e proprio quello avvenuto presso il dopolavoro Atac, la sede che gestisce le mense e i bar aziendali.

La procura di Roma ha infatti deciso di aprire un fascicolo con l’ipotesi di reato di frode fiscale, anche se al momento non ci sono indagati. Diverse le carte e i documenti acquisiti dai finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria di Roma.

Le indagini in corso stanno cercando di chiarire se vi siano irregolarità legate ai costi di mense e bar. Da comprendere soprattutto perché alcuni servizi, affidati senza gare d’appalto, costino più del dovuto all’azienda romana, per una spesa complessiva di circa quattro milioni di euro annui.

Nel mirino del pm Nicola Maiorano anche i permessi sindacali. Curioso il dato secondo cui nel 2015 il costo dei permessi retribuiti sostenuto da Atac sia stato di circa 4,3 milioni, mentre nel primo semestre del 2016 si è già superato il milione e mezzo.

A far accelerare le verifiche sarebbero stati i documenti consegnati lo scorso 25 maggio dal Direttore Generale Marco Rettighieri a Giuseppe Pignatone. Un dossier in cui convergono indagini interne sui distacchi sindacali del personale, la gestione del dopolavoro e la fornitura di gomme per gli autobus.

Le carte in questione mettono in luce non poche anomalie: dal contratto per la fornitura di gomme da otto milioni di euro pagato il doppio, alla gestione del dopolavoro e delle mense Atac senza il controllo di imprese costituite da sindacalisti.

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