Due caselle da riempire: Trasporti e Commercio, ancora non assegnare. Poi il nodo Frongia che dovrebbe diventare vicesindaco e il caso Marra da sciogliere.
È un vero rebus quello che la neosindaca eletta Virginia Raggi sta cercando di sciogliere per formare una squadra di governo che piaccia a tutti. Ma il tempo è poco. Il 7 luglio, giorno dell’Assemblea Capitolina, è il termine ultimo per presentare i 10 assessori che la supporteranno nei prossimi 5 anni di mandato.
In rotta di collisione col mini-direttorio romano ad aiutare la Raggi in queste è il fedelissimo Luigi Di Maio, un paciere pronto a non deludere i grillini con nomi scomodi. Allo stato attuale, la Raggi dovrebbe contare su sette nomi certi. I quattro già annunciati ad Ostia il venerdì prima del ballottaggio e a questi, dopo una sequela di «no» o di ripensamenti, se ne sono aggiunti altri tre.
Sull’assessore alla Mobilità si sfoglia ancora la rosa dei candidati dopo il rifiuto di Cristina Pronello del Politecnico di Torino e una serie di ricerche alla Sapienza che non hanno prodotto i risultati sperati.
Manca anche un assessore al Commercio e Turismo, ruolo chiave nella Capitale dopo il dietrofront sul nome di Raffaele Marra, legato all’ex sindaco Gianni Alemanno.
Un equilibrio già instabile tra la Raggi e i vertici del Movimento 5 Stelle a soli 11 giorni dall’elezione. Il «codice etico» dei pentastellati fatto firmare alla Raggi, prevede infatti per ogni «proposta di nomina dei collaboratori un approvazione totale dai garanti del Movimento».Cosa che non è avvenuta per la nomina di Daniele Frongia come suo capo di gabinetto e per l’ex “alemanniano” Raffaele Marra. Litigi interni dissapori che potrebbero far slittare al 10 luglio la composizione della giunta, dunque fuori tempo. Tra oggi e domani si deciderà il tutto.
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