Riconosce gli errori commessi negli ultimi anni dal Partito Democratico, affidando le sue valutazioni ad un lunghissimo post sui social. Matteo Orfini, commissario del PD romano all’indomani dell’incoronazione di Virginia Raggi a sindaco di Roma, viene fatto salire sul banco degli imputati come principale responsabile della disfatta elettorale. Ad accompagnarlo in primis i romani che non gli fanno sconti commentando duramente le sue parole, ma anche esponenti della minoranza interna e consiglieri regionali che chiedono un rinnovamento del partito e poi ci sono i mini-sindaci, che fino a domenica hanno governato Roma e che lunedì l’hanno persa quasi tutta. Orfini quindi prova a ricostruire i fatti che hanno portato alla situazione attuale. Parte dal commissariamento iniziato 18 mesi fa. Ne spiega le motivazioni lontane come la sconfitta di Rutelli, quelle più vicine ovvero Mafia Capitale, la relazione Barca, la chiusura dei circoli, la giunta Marino che non si occupava della città fuori le mura, ma soprattutto si dilunga in un doloroso mea culpa sulla perdita di contatto del partito con i cittadini romani. Ringrazia Roberto Giachetti per la passione e l’impegno messo in questa campagna elettorale, la colpa non è solo sua ammette. Ma sulle voci circolate nelle ultime ore riguardo l’ipotesi di dimettersi dal ruolo di commissario romano del pd, arriva a stretto giro la smentita della direzione nazionale dei dem. Anzi è la stessa direzione ad annunciare un incontro venerdì’ 24 che servirà a fare il punto sulla sconfitta del pd su scala generale e a Roma. Per ottobre invece è previsto il congresso romano, ricorda Orfini: “Quella sarà la sede in cui faremo le nostre scelte, ma dobbiamo iniziare a discuterne da subito” conclude.
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