L’imprenditore Angelo Proietti è finito in arresto. A chiudere l’operazione nei confronti del sessantunenne romano sono stati gli uomini della Guardia di Finanza, pronti ad eseguire l’ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari.
Il nome di Proietti era finito sui giornali per il caso dell’appartamento che inguaiò l’ex ministro dell’Economia Giulio Tremonti e Marco Milanese, ex parlamentare.
Ora l’imprenditore edile risulta indagato per bancarotta fraudolenta aggravata. A riferirlo sono gli investigatori, secondo cui Proietti avrebbe distratto ingenti quantità di denaro da quello che era il patrimonio sociale di due società a lui riconducibili e poi portate al fallimento.
Il provvedimento è scattato al termine di una complessa operazione da parte della polizia giudiziaria. Nel mirino degli inquirenti era finita subito la Edil Ars, società con sede a Roma amministrata dallo stesso Proietti, incorporata alla Emiroma S.r.l. nel 2013 dopo aver accumulato debiti tributari nel quinquiennio precedente.
A pochi giorni dalla fusione, la Edil Ars cedette il principale ramo d’azienda alla A.P. Costruzioni generale S.r.l. con un’operazione gravemente squilibrata, con la cessione delle immobilizzazioni materiali per circa 2,5 milioni di euro.
Sia Edil Ars che A.P. Costruzioni sono fallite nell’arco dell’ultimo anno. Ma dalle indagini è emerso l’intento fraudolento delle operazioni svolte da Proietti in qualità di dominus di tutte le entità giuridiche a lui riconducibili. Se da un lato è appurato il mancato pagamento da parte della A.P. Costruzioni del corrispettivo della citata cessione, dall’altro ci sono anche da registrare numerosi prelievi effettuati da Proietti senza giustificazioni.