«Ma quale rapimento, non ho mai trattenuto quel bambino». Si difende cosi Mirco Ricci, il pugile, campione italiano dei mediomassimi, arrestato venerdì insieme alla madre e alla sorella con l’accusa di aver sequestrato, per recuperare un debito di droga, un bambino di 9 anni.
Un’accusa diffamante, grave che sporca ulteriormente l’immagine di un campione già considerato a 25 anni un pluripregiudicato.
Undici vittorie sul ring, un titolo italiano ed uno intercontinentale ma anche un arresto per rapina e lesioni gravi, una gambizzazione ed infine questo ennesimo episodio. 5mila euro la cifra che una signora avrebbe dovuto versare al pugile per riavere il suo bambino si legge nel documento presentato dal gip Angela Gerardi che ha firmato la misura cautelare in carcere per quattro membri della famiglia Ricci. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti il rapimento è avvenuto in un palazzo a via di val Cannuta a Roma dove vivono sia gli arrestati sia le vittime. Per 48 ore il bambino sarebbe stato tenuto come ostaggio dal pugile per convincere cosi la madre a restituire un debito di 5mila euro spesi in dosi di cocaina. Un sequestro di persona a scopo di estorsione, aggravato dalla minore età del soggetto, l’accusa a Ricci che si dice innocente. Eppure la mamma del piccolo che ne ha denunciato la scomparsa alle Forze dell’Ordine ha raccontato tutt’altro. “O paghi o ammazziamo tuo figlio” avrebbe detto il pugile che non contento avrebbe provocato la frattura delle costole della donna sferrandole dei pugni. Saranno gli inquirenti a far luce sulla vicenda, e a dimostrare il doppio curriculum vitae di Mirco Ricci, pugile sul ring e forse anche in strada.
Categorie
News