Un ragazzo come tanti, 26 anni appena compiuti, un esame andato male l’ennesimo, e allora il crollo, la rabbia, lo sfogo con gli amici e forse la paura di affrontare i genitori. Maurilio Masi originario di Potenza, ma da anni nella capitale per frequentare la facoltà di ingegneria meccanica a Roma Tre si è tolto la vita puntandosi una pistola alla tempia nel cortile dell’università. Il giovane, riferisce il fratello Massimiliano, aveva dato solo tre dei 28 esami ai quali si era iscritto, l’ultimo, andato male, applicazioni industriali elettriche. Maurilio era depresso, si lamentava che la facoltà era uno schifo, che ci metteva tre mesi a preparare un esame per poi non passarlo. Dalle indagini dei poliziotti del Commissariato Colombo emerge inoltre che la vittima già una volta aveva tentato il suicidio e aveva preso il porto d’armi due ani fa a Roma come collezionista. Di pistole ne aveva ben tredici, tutte regolarmente denunciate. A Roma aveva deciso di portarne tre ed è con una di queste, una beretta calibro 9, che l’altro giorno ha infilato nello zaino assieme alle dispense e agli appunti che Maurilio ha deciso di togliersi la vita.
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