Ex Merloni, al via gli incentivi reindustrializzazione per 73 comuni di Umbria e Marche

Dopo sei anni di attesa, l’Accordo di programma per la reindustrializzazione delle aree di Marche e Umbria colpite dalla crisi dell’ex Antonio Merloni diventa ”una realtà, grazie all’impegno delle...

Dopo sei anni di attesa, l’Accordo di programma per la reindustrializzazione delle aree di Marche e Umbria colpite dalla crisi dell’ex Antonio Merloni diventa ”una realtà, grazie all’impegno delle istituzioni e del territorio che hanno lavorato per una sua positiva conclusione e semplificazione”. Il plafond disponibile è al momento di 26 milioni di euro, tra le due Regioni. Lo ha detto l’assessora alle Attività produttive delle Marche Manuela Bora, presentando ad Ancona gli incentivi, che provengono dalle misure nazionali (Accordo di programma) e regionali (tramite le risorse europee della programmazione Por Fesr). Dal primo al 30 giugno le aziende interessate di tutte le dimensioni, incluse le grandi, sia manifatturiere, sia di servizi, comprese quelle turistiche, possono presentare la domanda di agevolazione a Invitalia per accedere alle risorse che la Regione Marche condivide con la Regione Umbria. Complessivamente i comuni coinvolti sono 73: 56 nelle Marche, 17 in Umbria. Del dettaglio delle misure si è parlato nel corso di un incontro istituzionale promosso in Regione con il ministero dello Sviluppo Economico (Mise) e Invitalia, l’Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa. Ai 56 milioni vanno aggiunti altri 17 milioni della programmazione europea, a disposizione delle tre aree di crisi marchigiane (dell’Anconetano, Ascolano e Pesarese).

”L’auspicio – ha detto Bora – è che le aree interessate accolgano le opportunità offerte per programmare il proprio rilancio”. Il successo del programma, ha sottolineato Fabrizio Costa, segretario generale della Regione Marche, “dipenderà dalla capacità dei territori e del tessuto produttivo di lavorare insieme per presentare proposte progettuali idonee a sviluppare le iniziative produttive necessarie”. I contenuti dell’Accordo e delle opportunità Por Fesr sono stati illustrati da Marco Calabrò (Mise), Corrado Diotallevi e Alessandro Palmitelli (Invitalia), Roberta Maestri (Regione Marche). Con la circolare dello scorso 22 marzo è possibile accedere alle agevolazioni nazionali della Legge 181 del 1989 per il rilancio delle aree industriali. Grazie al lavoro svolto in sede di Commissione Attività produttive della Conferenza delle Regioni, tra il 2014 e il 2015, sono state rimosse le criticità che ostacolavano l’applicazione dell’Accordo nazionale. Sono stati introdotti alcuni meccanismi che agevolano l’accesso delle imprese al cofinanziamento previsto e la realizzazione dei programmi di investimento di importo più elevato (sopra a 1,5 milioni di euro). Anche la misura regionale (finanziata con il Por Fesr 2014-2020 – Asse 3 Competitività) intende rilanciare il tessuto produttivo dell’are di crisi e ricollocare i lavoratori attraverso il sostegno a progetti di più ridotta entità (fino a 1,5 milioni di euro) presentati da micro, piccole e medie imprese manifatturiere, di servizi alla produzione e dell’industria culturale e creativa, sia per l’avvio e il consolidamento di start up, sia per la creazione e sviluppo di unità produttive, sia per la rilocalizzazione totale o parziale di linee di produzione del Made in Italy, sia, infine, per il trasferimento di impresa allo scopo di favorire la continuità aziendale. I progetti saranno selezionati con una procedura valutativa che individuerà quelli realmente “meritevoli” in quanto dotati di validità tecnica, scientifica e gestionale, impatto economico, sostenibilità economico-finanziaria, buon livello di innovatività. L’aspetto che accomuna le due iniziative, quella nazionale e quella regionale e che costituirà un importante parametro di valutazione, è la necessità che le imprese beneficiarie garantiscano un programma occupazionale, mirato al mantenimento (in taluni casi) dei livelli occupazionali, o (nei restanti casi) all’incremento delle unità a tempo indeterminato esistenti in azienda. Un ulteriore profilo riguarderà l’assunzione dei lavoratori ex Merloni: nell’avviso nazionale questo comporterà un bonus aggiuntivo in sede di valutazione, nel bando regionale, a certe condizioni, una maggiorazione di contributo. L’obiettivo di ricollocare e riqualificare il bacino dei lavoratori della ex Merloni sarà perseguito attraverso l’attivazione di misure Fse (Fondo sociale europeo: tirocini, formazione, borse lavoro, aiuti alle assunzione), appositamente dedicate alle imprese beneficiarie dei due strumenti.

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