I “totem”arancioni copri-buca arrivano anche al Centro, perplessi i turisti

di Cristina Autore

Che Roma fosse una città ricca di monumenti, si sapeva. Ma che a fare da cornice all’Altare della Patria e al Colosseo ci fossero sculture arancioni fatte di ferro e plastica, questo nessuno poteva aspettarselo.

Alte uno o due metri, 4 bastoni e tutto intorno un grande reticolato che nasconde la buca, il cratere. La copre e la segnala ai conducenti in transito sulla carreggiata. Non siamo in periferia ma a via del Corso e a via IV Novembre in pieno Centro. Strade percorse quotidianamente da chiunque: a partire dai cittadini ai migliaia di turisti in visita a Roma per la santa Pasqua. Barriere temporanee diventate definitive a causa dell’assenza di gare per gli appalti pubblici.

Ad ammetterlo è lo stesso Campidoglio: «Almeno un terzo delle arterie della grande viabilità necessiterebbe di interventi profondi» – si legge nel report del Dipartimento di manutenzione urbana. Il documento arrivato tra le mani del commissario Francesco Paolo Tronca fotografa una situazione complessa, ai limiti del sopportabile. Un manto stradale ormai profondamente deteriorato, frutto di anni di incurie e lavori sbagliati. Oggi una strada su tre risulta danneggiata. Ed è per questo che Tronca ha deciso di intervenire riscrivendo le regole degli appalti: per la prima volta, nel nuovo bando triennale della manutenzione ordinaria (67 milioni di euro), la sorveglianza sui cantieri verrà affidata a soggetti diversi rispetto a quelli che si occupano dei lavori. Così, la Capitale spera di dire addio a quegli odiati “totem” arancioni agli angoli delle strade e di riportare le vie romane all’antico splendore che le ha rese celebri in tutto il mondo.

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