Un errore. La vicenda dei dati di affluenza alle primarie del Pd gonfiati con l’aggiunta di schede bianche in più si risolve così. Con un’ammissione di colpa e un riconteggio delle schede incriminate in tutti i seggi allestiti a Roma. 567 i voti non espressi a fronte delle 2.866 dichiarate inizialmente. I dubbi erano stati sollevati già dal giorno dopo visto il ritardo nella comunicazione dei dati definitivi, arrivata solo 21 ore dopo la chiusura delle urne, e per la percentuale così elevata delle schede annullate: il 7,8 per cento. Poi l’ammissione a mezzo stampa di un dirigente nazionale anonimo del Partito. Infine la verifica. Immediata la reazione del vincitore Roberto Giachetti affidata a Twitter: “Se è vero vorrei conoscere quel genio che ha messo schede bianche per aumentare affluenza. Che cambia con 2.000 voti in più? Pensiamo a Roma”. “Io vorrei conoscere di più il genio che gli ha ordinato di farlo”, ribatte su Facebook il deputato Pd Marco Miccoli.Per il presidente del Pd e commissario del partito a Roma, Matteo Orfini, “politicamente non cambia assolutamente nulla”.
Il calo dell’affluenza però è innegabile, soprattutto rispetto alle ultime primarie, quelle del 2013 che designarono Ignazio Marino candidato sindaco e che registrarono la partecipazione di quasi 100mila romani. E a proposito di Ignazio Marino, secondo le ultime indiscrezioni l’ex sindaco di Roma avrebbe deciso di candidarsi alle elezioni comunali romane. La notizia è trapelata dopo un incontro segreto tra rappresentanti di Sel, Marino stesso, Fassina e Luca Bergamo, animatori del movimento “Contaci”. La decisione sarà comunicata ufficialmente alle “primarie rosse” previste per il 3 aprile.
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